Anonymous e le minacce alle società rimaste in Russia

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Sin dall’inizio della guerra in Ucraina Anonymous si è apertamente schierato dalla parte del popolo attaccato, e non solo inserendo una bandiera nell’username o mettendola nella proprio foto profilo. Con il collettivo ha avuto inizio una guerra parallela su internet che non ha coinvolto solo la Russia che in più occasione si è trovata senza accesso ad alcune piattaforme governative o i cittadini che hanno trovato sui propri televisori dei messaggi con ciò che avviene in Ucraina, ma anche le società che hanno deciso di non abbandonare la Federazione anche dopo tutte le morti che stanno causando.

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Uno dei tanti attacchi hacker da parte di Anonymous è stato quando hanno violato i servizi di streaming russi Wink e Ivi, nonché i canali TV Russia 24, First Channel, Mosca 24, e hanno trasmesso dei filmati in diretta di ciò che stava accadendo in Ucraina, mostrando che quindi non era un’“operazione di salvataggio” o una “denazificazione” come viene fatto dire da Vladimir Putin a tutti i media e non solo. Hanno dimostrato che tutte quelle persone arrestate solo per aver detto “no war“, in fin dei conti non erano nel torto.

Riguardo invece le associazioni che hanno abbandonato la Russia dall’inizio della guerra, sono tante. Da quelle di vestiti, alle marche di alimentari, persino la Apple o il Play Store hanno deciso di smettere di funzionare e vendere sul territorio, brand americani e non hanno ufficialmente abbandonato la Russia finché non cesserà la guerra. Tuttavia, non tutte hanno fatto questo passo, come ad esempio la Nestlé che nelle ultime ore è stata minacciata da Anonymous che ha dato un ultimatum (che scadrà oggi).

Anonymous e l’ultimatum alla Nestlé e non solo

«Esortiamo le società che continuano a operare in Russia pagando tasse per il budget del governo criminale del Cremlino: andate via dalla Russia! Vi concediamo ancora 48 ore per rifletterci e ritirarvi dalla Russia, altrimenti sarete nostri obiettivi» hanno scritto in un tweet di due giorni fa, senza girare troppo intorno al proprio obiettivo: isolare completamente la Russia e non farla minimamente guadagnare. Già 10 GB di dati di email, password e clienti aziendali di Nestlé sono nelle mani di Anonymous. Invitano, poi, a boicottare l’azienda.

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In seguito al comunicato, alcune delle aziende hanno seguito il consiglio. La Bridgestone Tires, ad esempio, ha risposto al tweet: «Grazie per averci contattato. Bridgestone sospenderà le attività di produzione e vendita in Russia fino a nuovo avviso». In un comunicato sul loro sito poi sottolineano di condannare «ogni forma di violenza e speriamo che la pace possa essere presto ristabilita». Hanno anche detto di aver donato €3.5 milioni alla crisi umanitaria in Ucraina.

Adesso non ci resta che attendere per sapere ulteriori notizie da parte di Anonymous, per sapere quante aziende e società gli hanno dato retta, quante no e, soprattutto, quali saranno le effettive conseguenze. Intanto il prof. Pescapè ha parlato con l’AGI e ha fatto un bilancio sulla guerra di informazioni, sottolineando che questa è la «prima grande guerra che si combatte anche fuori dai campi di combattimento per così dire “convenzionali”. Una guerra che si sta combattendo nel cyberspazio già da tempo, fatta di attacchi informatici, di propaganda e di strategia della paura. Il tutto costruito utilizzando principalmente lo spazio della rete Internet».

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Su Anonymous ha detto che «sta giocando un ruolo importante nel conflitto. Dal 24 Febbraio, giorno dell’invasione Russia in Ucraina, Anonymous ha sferrato numerosi attacchi e ha violato più volte i sistemi russi. A proposito proprio di Roskomnadzor, Anonymous ha annunciato di aver reso pubblici più di 360.000 documenti, ottenuti violando i sistemi dell’agenzia per la censura russa. […] Hanno violato Il sito web del Ministero delle Emergenze della Russia e nella pagina principale sono apparsi collegamenti ipertestuali con le parole: “Non fidarti dei media russi – mentono”, “Informazioni complete sulla guerra in Ucraina” e “Il default della Russia è imminente”».

Insomma, sembra che i russi abbiano trovato pane per i propri denti. Non solo in campo con gli Ucraini che resistono da quasi un mese (domani sarà esattamente un mese dall’inizio dell’attacco), ma anche sul web, con Anonymous che dà loro filo da torcere. Per ora hanno solo fatto sapere di aver hackerato 10 GB di dati di Nestlé:

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