L’amore in greco antico

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Qualche giorno fa abbiamo parlato di come l’Università di Howard in America abbia preso la decisione di sopprimere gli studi classici, perché ritenuti «suprematisti». Oggi, quindi, voglio parlarvi di uno dei primi concetti che mi è stato insegnato al liceo Classico: l’amore in greco. In italiano diciamo “ti amo” o “ti voglio bene”, in inglese anche solo “I love you”, ma i greci avevano qualcosa di speciale. I greci distinguevano tutti i tipi di amore, e ne riconoscevano ben 12.

Chi ha studiato il greco antico lo sa benissimo: i greci avevano un termine per tutto, per qualsiasi situazione. A volte un termine significa una cosa e il suo opposto, devi estrapolarlo dal contesto, ed è per questo che ritengo che il greco antico sia la lingua che ti apre più la mente, che ti sprona a ragionare. I greci descrivevano tutto, a livello sessuale e anche a livello umano, e così hanno fatto per le varie tipologie dell’emozione più forte fra tutte.

Le 12 tipologie di amore in greco antico

Eros (έρως)

Eros è quello più conosciuto anche da chi non ha studiato il greco antico. Eros era un dio greco della fertilità, e infatti il suo tipo di amore rappresenta quello passionale e carnale, irrazionale, pericoloso, che ti porta alla follia. Nell’antica Roma c’era qualche poeta che riteneva le emozioni in generale un fattore negativo della vita umano, poiché non puoi dominare le emozioni, e ti portano alla pazzia e a distrarti dai tuoi obiettivi. L’Eros è proprio questo: l’amore che ti fa perdere il controllo. Ma non deve essere per forza nei confronti di una persona. Può essere, ad esempio, nei confronti di una passione, come la scrittura.

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Fonte: pinterest

Philia (φιλία)

Al secondo posto ci mettiamo la Philia, che abbiamo visto in diverse etimologie italiane. La Philia, più che un amore, era un amicizia profonda, in cui vi è lealtà e fiducia reciproca, per cui non puoi solo amare, ma devi amare ed essere amato. In genere si associa la Philia a un sentimento che si prova in battaglia, tra persone che condividono le stesse esperienze ed emozioni.

Agape (αγάπη)

L’Agape è il più potente, incondizionato, anche non ricambiato. Va al di là delle forze umane, dei confini, delle dimensioni, è un amore puro e senza alcuna aspettativa. Puoi amare, amare tanto e per sempre, ma anche rischiare di non essere ricambiato. È quel tipo di emozione che ti toglie e ti dà allo stesso tempo, come un farmacon (veleno e antidoto). Viene utilizzato molto nei vangeli e a livello religioso.

Storge (στοργή)

Con lo Storge intendiamo l’amore nei confronti della famiglia o dei parenti, poiché è un amore tenero (infatti il termine deriva da stergo che vuol dire amare teneramente). È una sensazione che provi nei confronti di un figlio o di un genitore, di un fratello o di una sorella che amerai sempre, a prescindere da tutto e tutti.

Philautia (φιλαυτία)

Come ci fa comprendere il termine composto da “amore” e “se stessi”, la Philautia è l’amore nei confronti di se stessi. Aristotele nell’Etica Nicomachea la descrive come un egoismo positivo che parte da un rapporto che si ha con se stessi ma che porta anche gli altri a desiderare il meglio nei propri confronti. Quindi, la Philautia è un modo per perfezionare se stessi, e farlo non per gli altri ma per stare meglio con noi.

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Fonte: pinterest

Pragma (πρᾶγμα)

Il Pragma è un impegno, un dare amore senza dover per forza ricevere. È quasi il contrario dell’Agape, ma non è da vedere in modo negativo. Il Pragma può essere l’amore di una persona adulta, magari in un lungo matrimonio, che si rende conto di non essere più amata dal proprio partner. A questo punto si può scegliere di interrompere la relazione oppure di continuare ad amare nonostante tutto, per non rovinare tutto ciò che è passato.

Mania (μανία)

Tendiamo a vedere la Mania come qualcosa che riguarda l’essere pazzi, forse per il termine maniaco. E in realtà non è poi così sbagliato. La Mania nel senso dell’amore è il desiderio incondizionato di amare e possedere, è un amore che oggi definiremmo tossico, poiché si considera il partner quasi come un oggetto da far proprio, ma non solo. Si vive solo con quell’amore. Pensiamo al suicidio di Didone per Enea oppure l’omicidio di Eracle per mano di Deianira.

Charis (χάρις)

Il Charis è un amore idilliaco che contiene in sé la gioia fisica e quella spirituale, tuttavia può esistere solamente se entrambi i partner si amano allo stesso modo e in tutta la totalità, concedendosi sia fisicamente che spiritualmente. Potremmo descrivere questo tipo di amore come uno che contiene tutti gli altri, quindi il più forte, solo che deve essere reciproco.

Pothos (Πόθος)

No, il Pothos non è la foto, ma quel tipo di amore che provano gli adolescenti e che oggi descriveremmo con il termine crush, insomma una cottarella. Pothos è il fratello di Eros ed è il desiderio amoroso che bramiamo, sogniamo e molto idealizzato. Spesso quando siamo adolescenti ci capita di infatuarci da lontano di una persona e di volerla con tutto noi stessi. Poi, però, la conosciamo ed è una delusione. Ecco, quello prima della delusione, è il Pothos.

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Fonte: pinterest

Thelema (θέλημα)

Il Thelema è l’amore che provi per quel che fai, per il tuo mestiere, magari proprio per la letteratura o la lingua greca. Non è e non può essere quindi nei confronti di una persona, ma solo verso una cosa come una tua passione. Io, ad esempio, dico di amare la scrittura. Se dovessi scriverlo in greco antico, utilizzerei questa tipologia.

Himeros (ἵμερος)

L’Himeros è l’amore che brucia di desiderio, quello primitivo e impulsivo che deve essere soddisfatto. Himeros è il figlio di Afrodite e fratello di Eros, e anche la personificazione dell’amore folle. È il desiderio irrefrenabile, una passione del momento, un desiderio fisico che necessativa di essere soddisfatto al più presto.

Anteros (αντέρως)

Infine, concludiamo con Anteros, che non è l’anti-amore, bensì l’amore corrisposto che hai con un fidanzato o una moglie. Anche Anteros era fratello di Eros e si narra che fossero inseparabili. Per spiegare bene il significato basta narrare la leggenda che lega i due fratelli: Eros non riusciva a crescere, per cui Afrodite si consultò con Temi che le disse che il bambino sarebbe cresciuto solo con l’amore di un fratello. Allora Afrodite, insieme ad Ares, generò Anteros e, da quel momento, Eros cominciò a crescere. Tuttavia, ogni volta che i due si allontanavano, il maggiore tornava fanciullo. Questo perché l’amore ha bisogno di essere corrisposto per crescere.

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