Green Pass Rafforzato: Amnesty International denuncia le discriminazioni verso i non vaccinati

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Amnesty International, in particolare la sezione Italia, ha pubblicato un testo in cui esprime i propri dubbi riguardo il Green Pass rafforzato, sebbene, ricordiamolo, l’associazione sia sempre andata a favore delle vaccinazioni chiedendo che fossero disponibili ed estese a tutte le persone, «indipendentemente da chi siano e da dove vivano». Per i no-vax che quindi stanno utilizzando Amnesty International come proprio paladino, ricordiamo quindi di leggere tutto il testo. Un conto è essere contro le vaccinazione che hanno contribuito a far morire sempre meno persone, un altro contro un documento che obbliga tutti a vaccinarsi.

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Sono ormai mesi che si parla di Green Pass. Noi stessi più volte abbiamo espresso i nostri dubbi in particolare considerando la burocrazia italiana. Vi abbiamo raccontato la storia di Viro, studente all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, che non poteva vaccinarsi né avere il Green Pass poiché l’Italia non riconosceva il Covid-19 preso in Erasmus, all’estero, così come vi abbiamo raccontato la mia, doppiamente vaccinata ma in due Stati diversi, e ancora oggi sebbene io abbia fatto per la terza dose, sul certificato rilasciato dalla struttura ne risultano due.

Come non dimenticare poi l’assurda storia della studentessa no-vax e no-Green Pass che era comunque andata a lezione e che, per assurdo, credeva che il suo diritto allo studio valesse più di quello di tutti i suoi compagni. Poi, vabbè, di storie ne in questi mesi ne abbiamo sentite tante, alcune più assurde di altre. Ovviamente sappiamo che non tutti i no-vax sono dei complottisti che pensano che con il vaccino ci iniettino il 5G, ma purtroppo il solo essere accomunati a certi elementi fa perdere di credibilità a qualsiasi movimento.

In ogni caso, tornando ad Amnesty International, non è la prima volta che scende in campo riguardo al Covid-19 e soprattutto riguardo le vaccinazioni. Lo scorso anno, infatti, lanciarono la campagna “100 Day Countdown: 2 miliardi di vaccini ora!“, per chiedere agli Stati e alle aziende farmaceutiche di garantire un accesso equo ai vaccini anti Covid-19 in modo che almeno il 40% delle persone con basso e medio reddito avesse la possibilità di essere vaccinato entro la fine del 2021. Per questo, paragonarli ai no-vax, è completamente sbagliato.

Amnesty International contro il Green Pass rafforzato

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Nel documento condiviso da Amnesty International in primis leggiamo che «la recente comparsa della variante Omicron è un chiaro promemoria di ciò che accade quando non riusciamo a mettere i diritti umani in primo piano in tutti gli sforzi per affrontare la pandemia», proprio per questo motivo «Amnesty International continua a ribadire la necessità che gli stati adempiano ai loro obblighi in materia di diritti umani al fine di promuovere una distribuzione equa e globale dei vaccini per contrastare l’emergere di varianti pericolose che continuano a mettere a rischio la vita di molti».

Si rivolgono poi al contesto italiano, continuando a «sollecitare il governo ad ancorare i propri interventi ai principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione. Qualsiasi politica di salute pubblica, inoltre, deve essere basata sull’evidenza scientifica più aggiornata e verificabile, motivata da comprovate ragioni oggettive e accompagnata da metodi di comunicazione chiari e trasparenti». Passano poi al paragrafo sulla “necessità, proporzionalità e temporalità”.

«Lo stato di emergenza nazionale in vigore in Italia da quasi due anni e che è stato recentemente prorogato fino al 31 marzo 2022 dal decreto-legge 221/2021, non è previsto dalla Costituzione ma trova fondamento giuridico nel decreto legislativo 1/2018, in cui si prevede che il Consiglio dei ministri possa deliberare lo stato di emergenza di rilevanza nazionale al verificarsi di determinati eventi, in deroga a qualsiasi disposizione vigente. Amnesty International Italia sollecita il governo a riconsiderare attentamente se prorogare la misura oltre il 31 marzo 2022, in quanto tutte le misure di carattere emergenziale devono rispondere ai principi di necessità, temporaneità e proporzionalità.

Inoltre, Amnesty International Italia sollecita le autorità italiane – in primis il governo, l’Aifa, l’Istituto superiore di sanità e la Protezione civile – a promuovere forme di comunicazione chiare e inclusive per garantire alla popolazione l’adozione di comportamenti responsabili per la tutela dell’incolumità collettiva e seguire le linee guida di salute pubblica. L’organizzazione per i diritti umani apprezza il costante monitoraggio sull’andamento dell’epidemia, come risulta, ad esempio, dall’ultimo aggiornamento nazionale pubblicato il 7 gennaio 2022 dall’Istituto Superiore di Sanità».

Dopo un paragrafo sull’accessibilità ai vaccini e alle informazioni accurate, passano all’imposizione dell’obbligo di vaccinazione: «Amnesty International riconosce che ci sono alcune eccezioni limitate che possono permettere agli stati di imporre l’obbligo di vaccinazione, purché questi requisiti soddisfino i principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione. Questo significa che ci sono casi in cui l’obbligo di vaccinazione può essere giustificato, purché sia stabilito dalla legge, ritenuto necessario e proporzionato a uno scopo legittimo legato alla protezione della salute pubblica, e fornisca garanzie e meccanismi di monitoraggio per assicurare che questi requisiti non si traducano in violazioni dei diritti umani».

Penultimo è l’argomento riguardante proprio il Green Pass rafforzato, che «deve trattarsi di un dispositivo limitato nel tempo e il governo deve continuare a garantire che l’intera popolazione possa godere dei suoi diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure, con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti e non devono essere penalizzati». In questi paragrafi chiedono «che siano previste misure alternative per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni».

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Trovate il documento completo qui.

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