Ennesima aggressione omofoba, questa volta a Roma

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Ennesima aggressione omofoba: da quando il DDL Zan è stato affossato, ci sembra quasi che siano aumentate. Solo pochi giorni fa un ragazzo a Torino è stato minacciato per strada, la settimana scorsa un gruppo di ragazzi invece si è trovato a sentire delle minacce fasciste, e ieri Mirko Galati, 21enne di Roma, ha denunciato l’ennesimo atto di omofobia, avvenuto sabato 13 novembre alle 5:30 del mattino. È stato minacciato con un coltello, inseguito da cinque ragazzi nella gay street della capitale.

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Fonte: Pinterest

Continua il triste capitolo della storia italiana, quello che in futuro studieranno come uno di quelli più bui degli anni venti (e sono appena iniziati…). È tutto iniziato da quando dei senatori eterosessuali hanno deciso che in Italia non esiste un problema di omofobia, che se fosse stata approvata una legge per proteggere gli omosessuali, poi gli eterosessuali sarebbero stati discriminati. Peccato che la legge in questione, il DDL Zan, proteggesse qualsiasi orientamento sessuale dalle discriminazioni, solo che per loro faceva più comodo parlare delle potenti lobby gay.

Poi, sì, sono iniziate tutte le fake news e la parte peggiore forse sono state le persone che ci hanno creduto, che si sono fidate di questi politici senza pensare «ma forse dovrei leggere io il disegno di legge, visto che è online». Intanto le aggressioni continuavano. Adulti picchiati mentre lavoranofigli chirurghi minacciati dal padre che paga un picchiatore per rompere loro le ditaragazzine e ragazzini picchiati solo perché hanno una borsa arcobaleno o vanno a un Prideragazze uccise dal fratello perché in una relazione con un ragazzo transgender. E poi la brutta notizia.

Il DDL Zan non è passato, non è stato approvato da un branco di persone che ha persino gioito, che ha urlato come se l’Italia avesse segnato all’ultimo rigore a un mondiale. Non è stato approvato da chi non si definisce omofobo ma che fa di tutto per non far sentire al sicuro le persone LGBT. Non è stato approvato da chi non si definisce omofobo ma poi passare le giornate a discriminare sui social network, a mandare odio alla comunità. Non si definiscono omofobi, ma la realtà dice tutt’altro. E poi, adesso, eccoci, arriviamo a Roma, nella bella e romantica Roma, che però si macchia di omofobia.

Ancora una volta, a pagare la conseguenza delle scelte dei senatori, sono i cittadini. Sono dei ragazzi, dei ragazzini, dei bambini, sempre quelli che vorrebbero proteggere ma che, in realtà, dovrebbero essere protetti da loro e dalla loro ignoranza (nel senso letterale del termine, perché loro ignorano che possa esserci un problema grave di omofobia, anche in Italia).

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Fonte: Pinterest

Roma: aggressione omofoba nella gay street

La vittima è Mirko Galati, un 21enne di Roma che si trovava nella gay street della capitale, vicino alla zona Colosseo. A denunciare la situazione è stato Fabrizio Marrazzo, Portavoce di Partito Gay per i diritti LGBT, Solidale, Ambientalista, Liberale, che in un post Facebook ha raccontato quello che ha dovuto subire il giovane ragazzo: «”ti tagliamo la gola, fr*** di mer**, ti tagliamo un orecchio, ti spacchiamo”, con queste frasi mentre tenevano in mano un coltello hanno minacciato Mirko di 21 anni che alle 5.30 dello scorso sabato 13 novembre», scrive.

Spiega poi che il ragazzo «è stato inseguito da un gruppo di 5 ragazzi armati con coltello nei presso della Gay Street di Roma al Colosseo». L’attivista manda la sua solidarietà a Mirko, ma sottolinea anche che «ancora una volta vediamo che gli aggressori sono gli stessi che seminano odio e minacciare sul web, sempre più sentendosi impuniti, passano dai social alla strada. Per questo è importante estendere il reato di propaganda di odio che oggi tutela ad esempio le persone nere e gli ebrei anche verso la comunità LGBT».

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Fonte: Pinterest

Aggiunge che «istituendo tale reato, si potrebbero identificare e fermare molti giovani e non che disseminano odio e che sentendosi impuniti possono passare dalle parole ai fatti come la scorsa sera, reato che purtroppo anche nel DDL Zan era stato scelto dal relatore di non inserire. Chiedo pertanto al Premier Draghi di fare subito un decreto che estenda la legge contro il razzismo anche alle persone LGBT».

Ha voluto anche aggiungere che Mirko Galanti ha chiaramente denunciato la vicenda alle forze dell’ordine e ha anche voluto lasciato un messaggio: «Il messaggio che voglio lanciare con la mia denuncia è che la politica ci deve ascoltare, per essere gay rischiamo costantemente la vita e viviamo nel terrore. Anche noi omosessuali abbiamo il diritto ad essere tutelati». Mirko è la 179 vittima di omotransfobia in tutta Italia solo nel 2021, di quelle denunciate almeno. Nel 2020 sono state 190. Questo ci fa solo capire quanto grave sia la situazione.

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