Afghanistan: i talebani vietano la contraccezione definendola “cospirazione occidentale”

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Da quasi due anni ormai l’Afghanistan sta vivendo uno dei suoi periodi più bui a livello di diritti umani e civili. Nonostante le premesse del “non cambierà niente” e “non toglieremo diritti alle donne“, ovviamente i talebani non sono riusciti a mantenere la loro promessa e da quando hanno ripreso il potere i diritti delle donne sono cominciati a crollare uno dopo l’altro, dall’obbligo all’hijab, al divieto di avere un’istruzione, e adesso anche al divieto dei contraccettivi, sostenendo che il loro uso da parte delle donne è una cospirazione occidentale per controllare la popolazione musulmana.

Mesi fa, ormai più di un anno fa, abbiamo ascoltato con i brividi la conferenza stampa dei talebani in cui dicono di essere cambiati, di voler rispettare i diritti delle donne di lavorare o essere indipendenti, come anche hanno detto di rispettare l’orientamento politico, tanto che hanno detto che non si vendicheranno delle persone che sono state amiche della democrazia. Hanno precisamente affermato che «non ci vendicheremo con nessuno. I diritti delle donne saranno tutelati dalla Sharia». Ma qualcuno ci ha creduto?

«Ci impegniamo per i diritti delle donne all’interno della Sharia. Le donne potranno avere attività in settori e aree diverse, come l’educazione e il sistema sanitario, lavoreranno spalla a spalla con noi. Se la comunità internazionale è preoccupata, assicuriamo che non ci saranno discriminazioni all’interno della nostra cornice di Sharia. Permetteremo alle donne di lavorare e studiare all’interno del nostro sistema.

Le nostre donne sono musulmane e saranno quindi felici di vivere dentro la cornice della Sharia. Permetteremo alle donne di studiare e lavorare all’interno della cornice della Sharia, saranno attive nella società ma rispettando i precetti dell’Islam. Le donne sono parte della società e garantiremo i loro diritti nei limiti dell’Islam».

Parole dei talebani alla conferenza stampa

Tuttavia nella stessa conferenza stampa dissero anche che avrebbero rispettato «i media all’interno della nostra cornice culturale. I media privati possono continuare la loro attività con alcune richieste: l’Islam è un valore molto importante», sottolineando che i media «non devono essere in contrasto» perché l’Islam «deve essere considerato per lo sviluppo dei programmi. I media devono essere imparziali, possono criticare il nostro lavoro così possiamo migliorare e non devono andare contro l’unità nazionale».

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Nella realtà però, come fa sapere Committee to Protect Journalists (CPJ), «i talebani questa settimana hanno perquisito le case di almeno quattro giornalisti e operatori dei media», facendo sapere che ««sta indagando sulle ultime notizie secondo cui militanti talebani oggi hanno picchiato almeno due giornalisti nella città di Jalalabad, provincia di Nangarhar (Est), dove stavano seguendo una manifestazione contro la presa del potere da parte dei talebani». E non solo.

A dicembre scorso il ministro dell’istruzione superiore ha annunciato che le donne sono ufficialmente bandite dalle università in Afghanistan. Il divieto ha limitato ulteriormente l’istruzione delle donne: le ragazze erano già state escluse dalle scuole secondarie da quando i talebani sono tornati al potere nel 2021, ma adesso la situazione è persino peggiore.

Afghanistan: il nuovo divieto dei talebani sui contraccetivi

I talebani hanno ufficialmente interrotto la vendita di contraccettivi in ​​due delle principali città dell’Afghanistan, sostenendo che il loro uso da parte delle donne è una cospirazione occidentale per controllare la popolazione musulmana. Il The Guardian ha anche aggiunto di aver appreso da diverse fonti che i talebani si presentano alle case delle ostetriche minacciandole, ordinando anche alle farmacie di togliere tutti i medicinali per il controllo delle nascite e i contraccettivi dai loro scaffali.

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«Sono venuti due volte nel mio negozio con le pistole e mi hanno minacciato di non avere pillole contraccettive in vendita. Controllano regolarmente tutte le farmacie di Kabul e abbiamo smesso di vendere i prodotti», ha detto un proprietario di un negozio nella capitale. Un’ostetrica veterana, che ha deciso di restare anonima per la sua sicurezza, ha detto al The Guardian di esser stata minacciata più volte: «Non ti è permesso uscire e promuovere il concetto occidentale di controllo della popolazione e questo è un lavoro non necessario».

Un altro proprietario di una farmacia di Kabul, ha testimoniato: «Articoli come pillole anticoncezionali e iniezioni di Depo-Provera non possono essere tenuti in farmacia dall’inizio di questo mese e abbiamo troppa paura di vendere le scorte esistenti». Il ministero della sanità pubblica dei talebani a Kabul non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sulla questione e il rappresentante dell’UNFPA in Afghanistan non ha risposto alle richieste di commento, ma dei talebani che pattugliavano le strade hanno detto a delle fonti che «l’uso di contraccettivi e la pianificazione familiare sono un’agenda occidentale».

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Shabnam Nasimi

Le cittadine, ovviamente, sono terrorizzate e angosciate da questa decisione: Zaiban, donna con una figlia ancora piccola, ha detto di usare «segretamente contraccettivi per evitare una gravidanza immediata. Voglio crescere bene mia figlia con adeguate strutture sanitarie e scolastiche, ma i miei sogni sono andati in frantumi quando l’ostetrica la scorsa settimana mi ha informato che non aveva pillole contraccettive e iniezioni da offrirmi. Ho lasciato gli studi per sposarmi e non voglio che il destino di mia figlia sia uguale al mio. Cerco un futuro diverso per mia figlia. L’ultima speranza di pianificare la mia vita è finita».

Shabnam Nasimi, attivista sociale nata in Afghanistan nel Regno Unito, ha detto al The Guardian: «Il controllo dei talebani non solo sul diritto umano delle donne al lavoro e allo studio, ma ora anche sui loro corpi, è oltraggioso. È un diritto umano fondamentale avere accesso ai servizi di pianificazione familiare e contraccezione senza coercizione. Tale autonomia e libero arbitrio sono componenti essenziali dei diritti delle donne come il diritto all’uguaglianza, alla non discriminazione, alla vita, alla salute sessuale, alla salute riproduttiva e altri diritti umani fondamentali».

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