Mississippi: membro della Camera ritiene che una 12enne stuprata e incinta non dovrebbe abortire

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Continua la discussione sull’aborto, ma non pensavamo di dover arrivare al punto di leggere che un Presidente possa arrivare al negare l’aborto a una bambina di 12 anni che è stata violentata e messa incinta dal padre. Sia chiaro che questa è stata un’ipotesi (ma un’altra che vedremo, non lo è), al momento non ci sono casi denunciati di 12enni incinta per mano del padre, tuttavia se dovessero esserci, il portavoce della Mississipi House proteggerebbe il feto e non la bambina che è già nata. Insomma, non è una novità: d’altronde continuano a votare per le armi legali nonostante le morti di tantissimi bambini e adolescenti. Perché ucciderli da feti se poi moriranno a scuola?

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Fonte foto: Daily Mail

«La Costituzione non fa alcun riferimento all’aborto e nessun diritto del genere è implicitamente protetto da alcuna disposizione costituzionale, inclusa quella su cui ora si basano principalmente i difensori di Roe e Casey: la Due Process Clause del quattordicesimo emendamento». «Quella disposizione è stata ritenuta garante di alcuni diritti che non sono menzionati nella Costituzione, ma qualsiasi diritto del genere deve essere ‘profondamente radicato nella storia e nella tradizione di questa nazione’ e ‘implicito nel concetto di libertà ordinata», ha detto il giudice Samuel Alito.

Intanto, lo scorso anno la Polonia ha preso la decisione di rendere ancora più restrittiva la già restrittiva (più di tutta l’Europa) legge sull’aborto. Le conseguenze vedono come caso più eclatante quello di Izabela, una donna di 30 anni, polacca e incinta, già madre, morta a causa di un’infezione dovuta a delle complicazioni sorte nella 22esima settimana di gravidanza. Secondo la legale (Jolanta Budzowska) che rappresenta la famiglia i medici hanno scelto di non operarla per far sì che il feto morisse “naturalmente“, come stabilito dalla legge polacca sull’aborto e che vieta a qualsiasi medico di interrompere delle gravidanze anche per difetti congeniti. Solo che quando è morto il feto, è morta anche Izabela.

Ma anche in Italia i medici obiettori sono fin troppi, per cui sebbene l’aborto sia legalmente possibile, trovare un medico che sia disposto a farti abortire è davvero complesso. E in più abbiamo diversi personaggi che contribuiscono a rendere la discussione ancora più complessa. Simone Pillon, leghista, ha scritto due post con in primo piano una foto di allegri neonati, scegliendo come titolo: «Una grandissima vittoria: la corte suprema ha abrogato l’aborto negli USA!». «Ora portiamo anche in Europa e in Italia la brezza leggera del diritto alla vita di ogni bambino, che deve poter vedere questo bel cielo azzurro».

Tuttavia, nonostante tutto, diverse Big Tech come Yelp, Meta, Microsoft e altre ancora si muovono per proteggere i propri dipendenti, rendendosi disponibili a pagare delle eventuali spese di viaggio per chi dovesse recarsi in un altro Stato per abortire o per accompagnare qualcuno che deve abortire. E non solo. Google ha ufficialmente annunciato che cancellerà la localizzazione delle donne che vanno alla clinica per l’intervento. Eppure, nonostante tutto, chi di dovere, di potrebbe avere il potere di rendere la vita delle donne migliore, non lo fa.

L’aborto sarebbe consentito per una bambina di 10 o 12 anni?

Iniziamo dal presidente del Mississippi, che per quanto abbia detto cose disgustose, non sono neanche le peggiori che leggeremo oggi.

Philip Gunn, membro della camera del Mississippi, ha affermato di ritenere che una ragazza di 12 anni violentata e messa incinta da suo padre non dovrebbe essere autorizzata ad abortire. Secondo lui le leggi sull’aborto non dovrebbero fare alcuna eccezione per lo stupro o per l’incesto, perché «la vita inizia al concepimento» e «ogni vita è preziosa» (peccato che i medici, che hanno studiato per anni al suo contrario, non siano d’accordo con le sue affermazioni).

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Fonte foto: Daily Mail

Al momento nel Mississippi non è permesso abortire neanche per incesto, ma solo per stupro. Gunn ha detto di non essere sicuro di «quale sarebbe l’appetito del legislatore» per garantire che le vittime di stupro e incesto sui bambini possano accedere all’aborto, ma ha ribadito che non pensa che i funzionari dovrebbero rivedere la legge. Quando la giornalista dell’Associated Press Emily Wagster Pettus ha intervistato Gunn alla Mississippi House venerdì 24 giugno, lo stesso giorno in cui la Corte Suprema ha preso la decisione di ribaltare Roe v. Wade, lui non ha avuto dubbi su stupro e incesto.

«E il caso di una ragazza di 12 anni che è stata molestata dal padre o dallo zio?», gli ha chiesto. Lui non ci ha neanche pensato: «no, (la legge) non prevede un’eccezione per l’incesto. Non so se cambierà». E quindi gli viene chiesto se lui ritiene che dovrebbe essere cambiata: «personalmente, no. Non lo penso. Credo che la vita inizi al concepimento. Ogni vita è preziosa. E queste sono le mie convinzioni personali».

Taylor Vance del Daily Journal gli chiede, allora: «quindi quella bambina di 12 anni molestata dai suoi familiari dovrebbe portare a termine quella gravidanza?». E lui, neanche vergognandosi, resta della sua idea: «questa è la mia convinzione personale. Credo che la vita inizi al concepimento». Peccato che basti aprire qualche libro o persino sito internet certificato per scoprire che, no, la vita non inizia al momento del concepimento. Soprattutto, se queste sono le sue convinzioni, perché le vuole sostituire a quelle di altri cittadini che non la pensano come lui?

«Lasciatemi dire questo, voglio che oggi parli della decisione Roe v. Wade. Voglio che oggi parli del fatto che abbiamo visto la fine dell’aborto in questo paese», ha detto, cercando di mettere fine alla discussione. «Queste altre cose di cui state parlando sono sicuramente cose di cui possiamo parlare in futuro. Non voglio che queste cose sminuiscano il significato di questo giorno. Temo che se ci allontaniamo troppo da ciò di cui stiamo parlando oggi, ciò metterà in ombra il significato di questa giornata», ha concluso.

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Fonte foto: Daily Mail

Se questo in Mississippi però era solo un’ipotesi, in Ohio a una vittima di stupro di 10 anni, rimasta incinta, è stato negato l’aborto. La dottoressa Caitlin Bernard, un ostetrico-ginecologo di Indianapolis, ha ricevuto una telefonata lunedì scorso, tre giorni dopo la sentenza della Corte, da un medico in Ohio che aveva una bambina di 10 anni nel suo studio che era incinta di sei settimane e tre giorni, e quindi non idonea a ricevere un aborto nello stato, secondo un rapporto di The Indianapolis Star.

Questo perché in Ohio vige la cosiddetta Heartbeat Act, ovvero la legge che vieta l’aborto dopo che è stata rilevata la prima attività cardiaca embrionale, quindi dopo circa sei settimane, senza avere delle eccezioni come in caso di stupro o incesto. Questa è una legge molto controversa in quanto, secondo gli studiosi e non quelli che studiano sulla Bibbia per regolare la vita delle persone nel 2022, quello che viene rilevato durante questa fase è solo «una parte del tessuto fetale che diventerà il cuore come l’embrione si sviluppa». E quindi una bambina di 10 anni, vittima di stupro, non può ricorrere all’aborto nel suo stato.

Per fortuna, però, in Indiana ancora non c’è un divieto d’aborto e quindi la bambina si è potuta recare dalla dottoressa Bernard per abortire. Ovviamente, a causa della giovanissima età della vittima, non ci sono molte informazioni su di lei. Ma la dottoressa Bernard ha detto allo Star che «difficile immaginare che in poche settimane non saremo in grado di fornire quelle cure», questo perché anche i legislatori dell’Indiana stanno spingendo affinché lo stato promulghi le proprie restrizioni all’aborto , che potrebbero costringere le donne e le ragazze che richiedono la procedura medica a viaggiare ancora più lontano per riceverla.

«A una bambina di 10 anni vittima di abusi è stato negato un aborto in Ohio perché era incinta da 3 giorni e 6 settimane. Questa è una pazzia. Ha 10 anni!», ha scritto il procuratore generale della Carolina del Nord, Josh Stein, su Twitter. «Una bambina di 10 anni viene violentata. Lo Stato la costringe a rimanere incinta e le dice di considerarla una “opportunità”. Questo non è l’Iran. Questo non è Galaad. Questo non è ipotetico. Questo è successo oggi in Ohio», ha invece scritto Gavi Begtrup, candidato alla rappresentato dello Stato dell’Ohio.

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