Aborto USA: anche Amnesty International lancia una raccolta firme

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«Il diritto all’aborto è gravemente minacciato negli Stati Uniti», così leggiamo nell’appello pubblicato da Amnesty International per «proteggere il diritto all’aborto». D’altronde, sono mesi che parliamo della delicatissima situazione che stanno vivendo molte cittadine americane, in diversi Stati. Tennessee, Texas, Mississippi, di recente si è unito anche l’Oklahoma, con delle leggi che si preoccupano di tutelare il feto, ma non la madre, non la donna, non la persona. In particolare, sotto i riflettori è la cosiddetta heartbeat act.

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Fonte: Twitter

Ieri vi abbiamo parlato della splendida notizia proveniente dalla Spagna, dove il Senato ha ufficialmente approvato una modifica del Codice penale per vietare le molestie e le intimidazioni degli attivisti pro-vita e, chi continuerà con il giudizio nei confronti di una donna che decide di abortire, rischia fino a un anno di reclusione. Una notizia che ci fa comprendere di vivere nel secolo giusto, in cui una donna ha il diritto di scegliere sul proprio corpo e sulla propria vita.

Oggi, invece, continuiamo a concentrarci su questo tema, evidenziando soprattutto la situazione negli Stati Uniti. L’aborto è sotto attacco in particolare dopo la morte della compianta Ruth Bader Ginsburg, che è stata sostituita dall’antiabortista e conservatrice Amy Coney Barrett, rendendo quindi la Corte suprema a maggioranza repubblicana. La Corte suprema nel mese di giugno avrà una grandissima responsabilità, rischiando di negare ufficialmente alle donne il diritto di abortire.

In particolare, si pronuncerà sulla “Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization”, riguardo la legge votata nel 2018 nel Mississippi, che vieta di abortire dopo 15 settimane di gestazione. Questo caso ha una grande importanza in quanto potrebbe ribaltare la “Roe v. Wade” che nel 1973 ha reso possibile l’interruzione di gravidanza e anche del diritto alla privacy. Riguardo quest’ultima, vi ricordiamo che di recente in Tennessee si è pensato di rendere possibile che una donna che abortisce in seguito a uno stupro, possa essere denunciata dalla famiglia dello stupratore.

Amnesty International contro la situazione sull’aborto negli USA

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Fonte: Pinterest

Tutto è iniziato dal disegno di legge in Texas, che è stato al centro delle discussioni negli ultimi mesi, che include anche la cosiddetta “caccia alle streghe” che è presente già in Tennessee: «chiunque potrebbe citare in giudizio una persona sospettata di aiutare un’altra persona ad abortire, ottenendo addirittura una ricompensa di 10.000 dollari», scrivono nell’appello che al momento ha quasi 1400 firme.

«Il rifiuto della Corte Suprema di bloccare questo disegno di legge cancella di fatto il diritto all’aborto per decine di migliaia di persone in Texas e apre la strada a progetti di legge simili in altri stati. Inoltre, a giugno, la Corte Suprema si pronuncerà su un caso di aborto che potrebbe riportare indietro le lancette del tempo», aggiungono, facendo sapere che è un diritto umano poter abortire, in quanto «ogni persona ha diritto alla vita, diritto alla salute e diritto a essere libero dalla violenza, dalla discriminazione e dalla tortura o da altri trattamenti crudeli, disumani e degradanti».

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Fonte: Pinterest

Tra l’altro, Amnesty International evidenzia anche come «i divieti di aborto e la limitazione di tale diritto hanno un impatto sproporzionato su donne e ragazze nere, native e appartenenti a minoranze, persone Lgbtqi+ e persone a basso reddito. Il diritto all’aborto sicuro, negli Stati Uniti, è una questione di genere, razza e giustizia economica e la perdita di tale diritto rientra in una campagna anti-diritti che prende di mira anche il godimento di altri diritti sessuali e riproduttivi». Per questo motivo, lanciano l’appello al Capo della Maggioranza in Senato, Signor Schumer e al Capo della Minoranza in Senato, Signor McConnell:

«L’accesso all’aborto è un diritto umano. Eppure, già in così tanti luoghi negli Stati Uniti, è un diritto solo “di nome”. Ora più che mai, a seguito della recente approvazione del divieto di aborto nello Stato del Texas e della presentazione di un caso molto critico alla valutazione della Corte Suprema, è importante proteggere il diritto. Il disegno di legge WHPA protegge il diritto all’aborto sicuro, libero da restrizioni e divieti non necessari dal punto di vista medico, includendo i periodi di attesa obbligatori, la parziale consulenza, la necessità di affrontare due viaggi e le ecografie obbligatorie.

Il disegno di legge WHPA creerebbe un diritto per gli operatori sanitari di fornire cure per l’aborto e un diritto corrispondente per i loro pazienti a ricevere tali cure, liberi da restrizioni mediche non necessarie che impediscono l’accesso all’aborto. L’assistenza all’aborto è un’assistenza sanitaria sicura ed essenziale ed è un diritto umano a cui tutte le persone incinte devono avere uguale accesso. I divieti di aborto non fermano l’aborto, ma interrompono l’aborto sicuro. Limitare l’accesso alle cure per l’aborto è pericoloso e costerà vite umane, oltre a violare il diritto della persona al controllo sul proprio corpo.

Gli Stati Uniti non devono restare indietro nella protezione dei diritti umani. Sostenete il disegno di legge WHPA e proteggete il diritto all’aborto».

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